Il Tamburino Sardo


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Quirra

Rubrica Dispensa

SCHEDA delle installazioni militari in Sardegna
(Comitato Gettiamo le Basi)

Cronistoria
Agli inizi della guerra fredda, la Sardegna, per via della sua posizione centrale nel Mediterraneo e periferica rispetto al settore operativo, la cosiddetta linea di Gorizia, è stata individuata come luogo in cui concentrare impianti e attività che non possono essere esposti al rischio di cadere in mano nemica in quanto imprescindibili per sorreggere e portare avanti lo sforzo bellico, nella guerra prevista contro l'Est comunista. Nelle alte sfere internazionali all’isola è assegnato il ruolo, in una prima fase, di zona per addestramenti, esercitazioni, esperimenti, in una seconda fase, di area per impianti di telecomunicazione, deposito di armi, munizioni e carburanti.

Utilizzando lo strumento dell'esproprio nascono i tre grandi poli: la base aerea cosmopolita di Decimomannu-Capo Frasca e i poligoni Salto di Quirra e Teulada, i più estesi d'Europa, in cui si articola l'attività esercitativa, addestrativa e sperimentale, ancora oggi la più intensa di tutta la penisola.
Ad occidente il mare e il cielo sono adibiti a sterminato campo di combattimento aereo e navale, ad oriente a campo di sperimentazione di nuovi sistemi d'arma e a bersaglio di missili e razzi di nuova e vecchia generazione.
L'estremo sud e l'estremo nord dell’isola diventano i due grandi poli di approvvigionamento “messi a disposizione” della Nato.

La colonizzazione militare della Sardegna nasce e si struttura secondo i più avanzati e moderni parametri della massima concentrazione. La tipologia e la dislocazione dei grossi impianti sono state pianificate in modo razionale e lungimirante, anche in funzione della posizione geografica di centralità mediterranea, anticipando il ruolo dell’isola di presidio dell’intera regione mediterranea intesa in senso allargato, il bacino mediterraneo che passando per il Mar Rosso si congiunge al golfo Persico. Questo nuovo ruolo che si va precisando a partire dagli anni novanta non cancella ma si sovrappone alla funzione, assegnata negli anni cinquanta, di area di servizi indispensabili per sostenere la guerra.
Il demanio militare permanentemente impegnato ammonta a 24.000 ettari a fronte dei 16.000 ettari di tutto il restante territorio della penisola italiana. A questa cifra si sommano i 12.000 ettari di terra gravata da servitù. L'estensione delle “zone di sgombero a mare” supera la superficie dell’intera isola. Il volume degli spazi aerei sottoposti a restrizione o interdizione è incommensurabile.

Oltre al dato quantitativo va considerato l’aspetto qualitativo dei gravami. I poligoni a terra e le zone interdette o pericolose per la navigazione aerea e marittima sono impegnati permanentemente in esercitazioni a fuoco che implicano l’uso di vero munizionamento da guerra. L’intensa attività ha pausa solo in occasione delle ferie estive e natalizie.
POLIGONO INTERFORZE SALTO DI QUIRRA (PISQ) Si articola in due aree demaniali; la zona interna è comunemente indicata come “poligono di Perdasdefogu” dal nome del comune in cui è insediata la zona comando; la zona costiera è denominata “poligono di Capo San Lorenzo”.
E’ il più vasto poligono terrestre, aereo e navale d’Italia e d’Europa. Si estende per 11.600 ettari nell’entroterra (Perdasdefogu) e 1.100 ettari sulla costa per una lunghezza di circa 10 chilometri (Capo San Lorenzo). Le due aree del demanio militare sono “collegate” da una fascia di 3.500 ettari sottoposta a servitù militare che ingloba la frazione di Quirra, comune di Villaputzu. La servitù comporta anche l’evacuazione della popolazione in coincidenza di alcune manovre, qualora i vertici militari lo ritengano opportuno.

Le zone interdette o pericolose per la navigazione annesse al poligono seguono quasi una linea retta che va da Siniscola a Castiadas, oltrepassano le acque territoriali e si estendono in acque internazionali. Solo una delle zone a mare sottoposta a schiavitù militare impegna 2.840.000 ettari (11.327 miglia quadrate), una superficie che supera quella dell’intera Sardegna (kmq 23.821). Alla militarizzazione dello sterminato tratto di mare corrisponde la militarizzazione dello spazio aereo.
Poligono missilistico sperimentale e di addestramento delle tre forze armate gestito dall’Aeronautica e messo a disposizione della Nato.
Il comando militare definisce il PISQ: “Unico poligono italiano sperimentale interforze per attività di sperimentazione e addestramento con sistemi d’arma di media/lunga gittata; struttura usata da industrie estere e quale partecipazione italiana a programmi internazionali; unica area nazionale per addestramento “guida laser”.

Le principali attività addestrative consistono in “ Lanci di razzi e missili, sganci di bombe, esercitazioni a fuoco, test esplosivi, tiri artiglieria, cavalleria dell’Aria, addestramento incursori” (Comando PISQ).
Il poligono è utilizzato, oltre che da Aeronautiche, Eserciti e Marine Nato, anche da ditte private costruttrici di sistemi d’arma, Fiat, Alenia, Aerospatiale, Eurosam, Iveco, Thomson, Meteor ecc ecc. Funziona come grande fiera-mercato dove industrie private effettuano prove, sperimentano e collaudano missili, razzi, armamenti e materiali da guerra e conducono organismi militari stranieri, i potenziali clienti, per le dimostrazioni promozionali delle armi prima dello shopping. Nel prezzo di “affitto”, 50.000 euro all’ora(cifra fornita dal comandante del PISQ nell’ottobre 2003),circa 800 milioni vecchie lire al giorno per ciascuna ditta, è incluso il diritto d'uso del mare sardo come bersaglio e discarica di missili e razzi di vecchia e nuova generazione.Il giro di affari miliardari del poligono è facilmente calcolabile, più ditte private “affittano” spesso negli stessi giorni lotti diversi dello sterminato poligono.

Ad esempio, nel primo semestre del ’98 è stato impegnato dalla Fiat e dall’Alenia per complessive 244 giornate su 181.
Recenti documenti indicano il PISQ come “sede del futuro poligono di guerra elettronica”.
Sono in fase di avanzata progettazione interventi di ammodernamento e potenziamento fondati su inquietanti previsioni e altrettanto inquietanti scenari. Il poligono entra nella competizione globale, si propone come “Un sistema che può aumentare il peso internazionale dell’Italia. Contributo di prestigio alla presenza italiana nello sviluppo dei nuovi armamenti europei ed euro-atlantici” (Airpress 31/5/03).

L’obiettivo dichiarato è sbaragliare la concorrenza degli altri poligoni accaparrandosi nuovi clienti paganti, “Da qui uno studio elaborato a Perdasdefogu che propone il Salto di Quirra quale alternativa nazionale ai poligoni di Svezia e Sudafrica” (id).

COMUNI ESPROPRIATI per l’attività militare del poligono:
Arzana 944,9895 ettari ( 944,9895 zona interna + 26,6179 zona costiera C. San Lorenzo
Villagrande 4.367,0670 ha (4.165,2100 z.i. + 201,8570 z.c.
Villaputzu 2.411,0555 ha (1.544,9965 z.i. + 866,049 z.c.
Armungia 35,9840 ha z.i.
Ballao 308,2695 ha z.i.
Jerzu 272,2210 ha z.i.
Lotzorai 344,3660 ha z.i.
Perdasdefogu 270,9670 ha z.i.
Tertenia 340,4670 ha z.i.
Ulassai 961,0546 ha z.i.

PERSONALE IMPIEGATO
Stando ai dati del 2003, il poligono occupa 663 militari e 90 dipendenti civili. Rispetto ai dati
precedenti – 598 militari, 92 civili – si registra un decremento del lavoro civile e un aumento di
sottufficiali e soldati professionisti.
90 dipendenti civili ( 66 a Perdasdefogu + 24 a Capo San Lorenzo)
84 ufficiali ( 70 a Perdasdefogu + 14 a Capo San Lorenzo)
381 sottufficiali ( 299 a Perdasdefogu + 82 a Capo San Lorenzo
78 soldati professionisti ( 36 a Perdasdefogu + 42 a Capo San Lorenzo
120 soldati di leva ( 70 a Perdasdefogu + 50 a Capo San Lorenzo

Poligono di CAPO TEULADA (CA)
Poligono Permanente per esercitazioni terra-aria-mare affidato all’Esercito e messo a disposizione della Nato.
Per estensione è il secondo poligono d’Italia con i suoi 7.200 ettari di terreno cui si sommano i 75.000 ettari delle “zone di restrizione dello spazio aereo e zone interdette alla navigazione” (servitù militari nel linguaggio corrente) normalmente impiegate per le esercitazioni di tiro contro costa e tiro terramare.
Una parte del poligono e dell’area a mare è permanentemente inte cumulo di ordigni e residuati inesplosi è tale da rendere la zona non bonificabile. rdetta anche agli stessi militari per motivi di sicurezza: l’elevato ritmo delle attività e l’ac “Il poligono si rivela l’unica possibilità di svolgere esercitazioni di cooperazione con l’Aeronautica, la Marina e i reparti di altri eserciti Nato (…) l’area viene intensamente utilizzata. I reparti corazzati affluiscono per turni di utilizzazione medi di 15 / 20 giorni (…) attualmente costituisce la più importante risorsa addestrativa e rimarrà nel medio e lungo periodo il poligono più importante per la Forza Armata, in quanto è l’unico che consenta di svolgere compiutamente esercitazioni a fuoco di livello battaglione corazzato e meccanizzato”( Stato Maggiore). Fra le attività più importanti la simulazione d'interventi operativi e la sperimentazione di nuovi armamenti.
Negli ultimi anni, per adeguare il poligono alle nuove esigenze addestrative sono stati costruiti gli “scenari reali” confacenti alle guerre moderne. Sono sorti due villaggi, uno in perfetto stile serboortodosso, l’altro in stile “mussulmano”. Inoltre, con il recente investimento di 70 miliardi, il poligono è assurto al rango di MAGGIORE CENTRO EUROPEO d’addestramento ad ALTA TECNOLOGIA.

DECIMOMANNU (CA)
Aeroporto utilizzato dalla Nato per l’addestramento al volo e le esercitazioni nei vicini poligoni di Capo Teulada, Salto di Quirra e Capo Frasca. E’ gestito dall’AWTI ente plurinazionale cui partecipano Italia e Germania dopo il disimpegno di Canada, Gran Bretagna e Stati Uniti. Notizie recenti (autunno 2004) danno per certo il reingresso della forza aerea degli Stati Uniti. Presso la base è operativo un poligono elettronico.
Una enorme zona di restrizione dello spazio aereo collega direttamente Decimomannu all’area di tiro di Capo Frasca e alla vasta zona, indicata nelle carte militari con la sigla Danger 40, situata fuori dalle acque territoriali, adibita all’addestramento per il combattimento aereo e tiri aria-aria.

CAPO FRASCA (OR)
Poligono utilizzato dalle aeronautiche e dalle marine italiane, tedesche e Nato per esercitazioni di tiro a fuoco aria-terra e mare-terra. Occupa una superficie a terra di ha.1.416 e impegna un’ “area di sicurezza a mare” interdetta alla navigazione.

LA MADDALENA S. STEFANO
NATO- -Sterminati depositi sotterranei di carburanti, armi e munizionamento navale.
USA-- Base della US NAVY per operazioni d’appoggio dei sottomarini a propulsione nucleare dotati di testate atomiche.La base è stata concessa in applicazione di accordi datati 1954-’72-’78-’79, tuttora segreti e mai ratificati dal Parlamento, di dubbia legittimità costituzionale. E’ la sola base Usa in Italia che agisce fuori della copertura Nato, in regime di indiscussa extraterritorialità ed extragiurisdizionalità.
Il molo d’attracco della cosiddetta nave-balia si trova nella stessa area impegnata dal deposito di armi e munizioni Nato e a ridosso dell’area adibita ai serbatoi di combustibili Nato. Risulta palese la violazione delle norme internazionali di sicurezza stabilite dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica e sottoscritte dall’Italia e dagli USA.

D.33
D = Danger. Si tratta di uno spazio aereo militarizzato di circa 600.000 ettari che grava sul centro Sardegna, sull’area del contestato Parco Nazionale del Gennargentu imposto dall’ex ministro Ronchi e respinto dai Comuni interessati. La zona di restrizione aerea non è supportata da servitù o demanio militare a terra. Vi si svolge un’intensa attività elicotteristica “pericolosa per il volo degli aeromobili”. Dato che non è adibito ad esercitazioni a fuoco sfugge totalmente al controllo democratico previsto dalla l.898/76.

CAGLIARI
Sella del Diavolo-S.Elia: giganteschi serbatoi sotterranei di carburanti navali Nato gestiti dalla Marina.
E’ in progetto la costruzione di un nuovo impianto radar.
Monte Urpinu: vasto deposito sotterraneo di combustibili-avio A.M.I.-Nato. Una rete di oleodotti sotterranei – ufficialmente “top secret”, di fatto nota a chiunque presti un minimo di attenzione – collega il deposito al Molo Di Levante e agli aeroporti militari di Elmas e Decimomannu.
Nel 1999 l’allora sindaco Mariano Delogu, adesso senatore AN, in seguito alla pressione delle mobilitazioni popolari e sulla base della documentazione prodotta da Gettiamo le Basi, ha presentato un esposto alla Magistratura per accertare l’operatività abusiva dell’impianto in violazione dei parametri di sicurezza.
Porto militare adibito anche all’ormeggio e alla sosta di natanti a propulsione nucleare e armamento atomico. Il piano di protezione civile predisposto dal Prefetto è “top secret” in lampante violazione della normativa in vigore che impone la massima informazione delle situazioni di rischio cui è esposta la popolazione e dei sistemi adottati per farvi fronte (Dl 230/1995)
In progetto: costruzione di un nuovo molo Nato e di un nuovo centro di servizi logistici per i quadri delle Marine Nato.

ALTRE INSTALLAZIONI
Poligoni per esercitazioni a fuoco a cielo aperto gestiti dall’Esercito:
S’Ena Ruggia -Macomer (1.360 ettari), Valle Bunnari (SS), Sicaderba-Arzana, Piantabella (NU), Pala ‘e Cresia-Isili.
Cala Andreani-Caprera, riserva naturale orientata, compresa nel Parco Nazionale Arcipelago della Maddalena, è adibita dalla Marina a poligono per esercitazioni a fuoco a terra e a mare.
Depositi munizioni:
Serrenti, Villasor (A.M.I.); Siliqua, Macomer (E.I.); Sassari
TORRE POGLINA-Alghero (spesso indicata erroneamente dalla stampa come base di “Capo Marrargiu”), centro addestramento guastatori, è nota come ex base Gladio. La stampa ha avanzato vari dubbi sull’effettivo smantellamento della struttura Gladio
IMPIANTI di TELECOMUNICAZIONI
CAGLIARI-S. Ignazio: impianto T.L.C. della Marina.
Siamaggiore (OR): impianto dell’E.I.
Monte Arci (OR), Santulussurgiu (OR): stazioni di telecomunicazioni di supporto al sistema Nato per l’addestramento aereo collegate alla base di Decimomannu-Capo Frasca.
Nel nord Sardegna la rete TLC si articola negli impianti di Sassari, Olmedo, Monte Limbara, Tavolara


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