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Rubrica bassa cucina

Il PUC di Sassari
(Giampiero Muroni) per gentile concessione di Sardegna Ventirighe

Il nuovo PUC di Sassari sarà tra i primi approvati all'interno della cornice del Piano paesaggistico regionale. Certo, la conclusione dell'iter trova un panorama ben diverso da quello degli esordi, con Soru sconfitto e in attesa dell'annunciato “Piano casa” governativo di cui si è capito solo che – essendo “piano” - arriverà con calma.

La città ha comunque bisogno di nuove regole urbanistiche e l'ampia maggioranza di Ganau, graziata da un'opposizione non propriamente agguerrita, ha avuto un'occasione unica per lasciare un segno duraturo che andasse al di là dell'eredità di cantieri infiniti per cui si era caratterizzata.

L'impressione è però che quest'occasione di riflessione sul ruolo, sull'identità e sul futuro di una città – dopo la sciagurata stagione che ne ha amputato il territorio di riferimento con la nascita della provincia gallurese – sia andata in parte persa, seguendo la strada conosciuta dello sviluppo edilizio che già altre volte, nella storia recente, ha scambiato il profitto di pochi per una perdita complessiva del patrimonio ambientale e culturale di tutti.

Appena nata l'attuale Giunta aveva chiamato a raccolta gli Stati generali della locale “intellighenzia”, con un'operazione – quella del cosiddetto “Piano strategico” - che aveva partorito, insieme al perfettibile slogan di “Sassari, città bella, buona e forte”, anche una serie di proposte volte all'incremento della vivibilità urbana, avvertita come la principale tra le esigenze della gran parte della popolazione.

A distanza di tre anni quel “libro dei sogni” si è tramutato nell'incubo di oltre tre milioni di nuovi metri cubi, spalmati ad occupare ogni angolo lasciato libero dai tanti (spesso brutti) palazzi costruiti in questi ultimi quaranta anni, pensati come se Sassari fosse segnata da un clamoroso baby boom, quando invece le stime ne prevedono un'irreversibile contrazione (ed invecchiamento) di qui ai prossimi decenni.

Nuovi edifici a deturpare la pineta di Baddimanna – la Curia, proprietaria, ringrazia -, nuovo cemento ad “addensarsi” nelle piccole porzioni di quartiere finora utilizzate come polmoni dai cittadini, nuove strade, che paiono più pensate a costeggiare futuri quartieri che a collegare zone lontane.

Ciò che pesa maggiormente è però ciò che manca in questo PUC: la risorsa costituita dalle abitazioni nell'agro, viste come mera anomalia da contrastare, le potenzialità di sviluppo turistico nelle diverse coste comunali e soprattutto, clamorosamente, manca il coinvolgimento profondo della città nelle scelte che la riguardano.

Partita con solenni proclami di inclusione, la Giunta Ganau è parsa più lontana dalla sensibilità dei Sassaresi proprio nell'atto più significativo del proprio mandato, al punto che solo i comitati di quartiere più attivi sono riusciti a imporre modifiche parziali sui punti più controversi (le schede norma di via Washington e del Meridda).

La città, quella che oggi parla con gli sms al giornale o con le lettere, quella stessa chiamata ad esprimersi sull'estetica di Piazza d'Italia, è stata dimenticata per strada. Ed è un peccato, perché di mancata condivisione degli obiettivi strategici è morta la Giunta Soru e replicare un errore politico non sarà magari diabolico, ma certo neanche molto furbo.

C'è un episodio – apparentemente poco significativo – che dà il senso di questa distonia tra Palazzo Ducale e la città; nel momento più caldo dell'approvazione del PUC l'aula consiliare fu turbata da un paio di “pasquinate”: due lettere anonime che si dice denunciassero la proprietà di familiari di notabili avvantaggiate dalle scelte urbanistiche adottate. Non è mai giustificabile la scelta di chi accusa senza firmare, ma anziché fotocopiare quelle letteracce e volantinarle in piazza, Sindaco e assessori scelsero la strada della denuncia penale e delle sedute secretate: che errore! Avessero percorso la via della trasparenza qualche simpatia in più l'avrebbero guadagnata: per sembrare aquile bisogna almeno volare al di sopra dei corvi.


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