Il Tamburino Sardo


Vai ai contenuti

Menu principale:


notizia luisa

Rubrica bassa cucina

Va bene così?
(Paolo Buzzanca)

C'è una notizia che è grande quanto una casa, ma non è buona per i media, perché è sempre la stessa, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno. Sei anni.
Sei anni sempre la stessa notizia: Non c'è giustizia per Luisa Manfredi.

Vada per il primo anno, vada per il secondo. E mettiamoci anche il terzo. Ma poi questa non notizia dovrebbe pur cominciare a significare qualcosa, dovrebbe pur cominciare ad interessare qualcuno.

Forse, per esempio, avrebbe potuto destare l'attenzione di qualche sociologo. Ci sarà o non ci sarà una ragione se in un paese di mille e settecento anime l'autore di un delitto tanto irrituale non viene denunciato alle autorità competenti?

O avrebbe potuto interessare un qualche politico, non il solito radicale, magari, che avesse voluto usare questo caso per dimostrare che in Italia la giustizia non funzione, che non c'è sicurezza, che magari ci vogliono le ronde, che magari ci vuole la pena di morte, che non so qualsivoglia follia. Niente, nessuno.

Le ronde le chiedono contro gli spacciatori-consumatori fatti e strafatti, così che si possano imbottire le strutture carcerarie di detenuti a basso valore aggiunto, che magari se li si picchia non insorge nessuno e che possano stare ammucchiati come bestie in celle piccole piccole, tanto sappiamo bene che gli altri, i rovinafamiglie in grande stile la galera se la fanno a casa loro, con tanto di servitori e piscina.

La pena di morte, poi! La pena di morte la chiedono per i tossici che scippano le vecchiette o per le maestrine che picchiano i bambini, cosa che non gliela darebbero nemmeno in Cina! Sono tanto vigliacchi e perbenisti, questi che vogliono la pena di morte, solo quando lo sdegno generalizzato li pone al riparo da qualsiasi contestazione. Una bambina ammazzata in un piccolo paese sperduto nel cuore della Sardegna, con la famiglia che si ritrova alle spalle, per carità!

Avete presente quella canzone, Contessa, che si cantava una volta? Uguali!

Certo che sono contrario alla pena di morte. Però se fossi stato dall'altra parte, in un caso del genere, qualche parola l'avrei sprecata.

E invece, silenzio gelido, silenzo torrido, silenzio furibondo.

E non c'è nemmeno un intellettuale di fama dal quale recarsi in pellegrinaggio, non c'è un politico di grido all'ufficio del quale ci si possa recare scalzi, come alla Madonna di Gonare, per avere la grazia.

Una volta, a Palermo, per la festa della Santuzza, Santa Rosalia, che si tiene il 14 luglio, con un'afa che strozza pure i buoi, ho visto una signora salire in ginoccio la scala che dalla periferia della città porta su, quasi in cima al monte, alla grotta-tempio della Santa. Sarà stata disperata, quella signora, ma sicuramente aveva fiducia in un'interlocutrice.

A chi possiamo rivolgerci noi che chiediamo giustizia, ma principalmente a chi potranno rivolgersi la madre, il padre, la famiglia, gli amici di Luisa Manfredi. Chi darà loro voce e speranza?

A chi possiamo rivolgerci, se chiedere giustizia non fa notizia?

A chi possiamo rivolgerci se non ottenere giustizia fa ancor meno notizia?

E che dobbiamo pensare, non di Lula, ma di questo paese che è l'Italia, se politici, intellettuali, giornalisti e tanta gente normale pensa che vada bene così?

Se volete inviare un commento o una risposta
utilizzate il form qui sotto

Dobbiamo preoccuparci...

Enza


Torna ai contenuti | Torna al menu