Il Tamburino Sardo


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Mereu

Rubrica Storie di letti

Ricordo di Italo Mereu
(Pietro Giuseppe Serra)

Il 17 gennaio si è spento a Firenze lo storico del diritto italiano Italo Mereu.

Mereu era nato a Lanusei il 22 febbraio del 1921; da bambino si trasferì a Cagliari dove frequentò le scuole. Finito il liceo (studiò al Siotto), si iscrisse a Filosofia. Nel 1941 partì volontario per il fronte greco – albanese, partecipò alla guerra in un reparto di guastatori, ma fu quasi subito ferito e rimandato a Napoli, la sede del corpo. In questa occasione iniziò a maturare il suo faticoso distacco dal fascismo.

Si avvicinò al gruppo dissidente di Felice Chilanti, direttore della rivista, «Il 21 Domani», implacabile accusatrice dei gerarchi del fascismo; per questo motivo, nel 1942, Mereu fu processato, degradato e condannato a quattro mesi di carcere con l’accusa di “complotto contro lo Stato”. A causa dell’invalidità contratta in combattimento, venne congedato e rimandato a casa.

Rientrò a Cagliari ai primi del 1943 e, in una città devastata dai terribili bombardamenti,  riprese gli studi interrotti, laureandosi, nel 1946, con Lorenzo Giusso, del quale fu sempre amico. Dopo la laurea si abilitò per l’insegnamento di Storia e Filosofia e iniziò la sua attività di docente al liceo Siotto. Nel 1946 si impose nel panorama politico cittadino con un periodico, «Presente», che contestò duramente la politica dei comitati di liberazione nazionale e appoggiò l’Uomo qualunque di Guglielmo Giannini.

L’esperienza del giornale si concluse nel 1947. Ai primi degli anni cinquanta, per intercessione di Giusso, strinse amicizia con Paola Maria Arcari che riconobbe in lui la tempra dello studioso di razza. Fu proprio l’Arcari a suggerirgli di recarsi a Firenze presso il prof. Nicolini con una sua lettera. Cosa che fece nel 1955.

Qui si mise subito in luce per le sue ottime qualità di ricercatore e divenne uno degli assistenti di Nicolini che insegnava storia del diritto italiano. Nel 1964 passò all’Università di Ferrara dove, nel 1991, concluse la sua prestigiosa carriera accademica. Negli anni novanta insegnò presso la Libera Università Carlo Cattaneo di Castellanza e alla Luiss di Roma.   

La vita di Italo Mereu e le sue pubblicazioni furono sempre dirette alla tutela dei diritti fondamentali della persona.  In particolare si occupò di diritto penale. Tra le sue numerose opere segnaliamo soprattutto Storia dell’intolleranza in Europa. Sospettare e punire (1979). Un’opera che ha avuto numerosi riconoscimenti internazionali e che resta, in fondo, il suo testamento spirituale.  Nessuno può essere imprigionato sulla base di prove indiziarie che altro non sono che sospetti. Nessuno può essere torturato nella vana ricerca della verità; nessuno Stato può condannare a morte, perché sarebbe un assassinio. Le sue idee lo portarono a difendere appassionatamente Enzo Tortora dalle pagine del “Sole 24 ore”, giornale con cui ha collaborato per anni.

Italo Mereu era un occhio attento alla difesa dei nostri diritti, e lo ha sempre fatto con coraggio. Per questo lo ringraziamo.



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(Roberto Tomasi)

Storia dell'Intolleranza in Europa dovrebbe diventare un libro da leggere necessariamente per tutti gli studenti delle scuole superiori.


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