Il Tamburino Sardo


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Rubrica bassa cucina

Garante "ombra" sì, ma deciso dai cittadini
(Maria Isabella Puggioni)

Se a Sassari il Garante dei diritti del detenuto è totalmente inesistente, la responsabilità non è da attribuirsi esclusivamente al sindaco o al consiglio comunale, che “dei suggerimenti che vengono dal basso se ne fanno un baffo”. Il grave è che dal basso non è arrivato proprio niente!

Sin dall’inizio si è scelta la politica dei rapporti personali e politicamente corretti. Nessun coinvolgimento dei cittadini, nessuna raccolta di firme, nessuno dei tradizionali strumenti della politica radicale, considerata vecchia ed obsoleta.

Senza informazione e coinvolgimento né dei cittadini in genere e neppure dei detenuti e delle relative famiglie,senza aver promosso dibattito e confronto non si è potuta avere infatti quella forza necessaria per vincere la sostanziale indifferenza e incapacità della nostra classe politica in altro indaffarata.

Così è spuntato il nome di Arlacchi, di cui si sa la catastrofica politica delle droghe in Afghanistan, ma che alle carceri non ha mai fatto caso. “
Pinta la legna e mandala in Sardigna”, va sempre bene! Alla fine, non so se per contentare il vescovo o il Vaticano o per sentirsi buoni o per incapacità assoluta di ragionare e capire il ruolo e il difficile compito del garante, si è giunti a proporre il nome della nostra invisibile suora. Una portatrice di caramelle (giusto Paolo!), al posto di un Garante dei Diritti.

In una Italia, che non è più uno Stato di Diritto, dove le leggi si fanno e poi non si sa che fine facciano, dove la Giustizia non esiste, dove ai detenuti vengono negate le più elementari condizioni umane e il minimo rispetto della dignità dell’uomo, dove gli agenti di custodia sono sottoposti a ritmi insopportabili e poi penalizzati quando, non avendo il dono dell’ubiquità, non riescono a prevenire l’ultimo suicidio, dopo aver sventato il penultimo ed il terzultimo, in questa Italia e Sardegna fare il Garante dei Diritti è quanto di più difficile e impegnativo possa pensarsi.

Occorre una fede immensa nella forza della verità, una perseveranza fino alla testardaggine, una grande umanità, una incrollabile volontà politica e una profonda capacità di indignarsi. Esiste ancora un radicale a Sassari? Non so. Certo manca un’associazione di radicali e di questo si sente la mancanza e la urgente necessità.

La proposta di un “garante ombra” mi pare debba essere presa in seria considerazione. I modi e la strada per arrivarci vanno affrontati con urgente impegno.

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